L'Eucaristia, cammino di fedeltà
Nell'Eucaristia siamo ogni giorno convocati per seguire il Signore con donazione totale: per riconoscerlo nella parola e nel pane spezzato, per accoglierlo nel mistero della fede. Ogni Eucaristia è un rinnovato invito al «discepolato», cioè a stare alla sua scuola, per vivere con lui e testimoniare la sua reale presenza tra noi.
Vivere la nostra vita come discepoli, vuoi dire accettare lo «scandalo» della croce. Anche l'Eucaristia, che della gloria della croce è massima celebrazione, è scandalo da vivere.
Il nostro radicarci nell'Eucaristia ci libera dalla logica dell'efficienza: mettendoci in comunione personale con il corpo e il sangue di Cristo, ci fa vivere la logica della croce e ci fa maturare per la risurrezione.
È qui la vera «sequela» di Cristo, liberata dai rischi dell'intimismo o del formalismo esteriore, diventata sottomissione al Padre e accoglienza del suo giudizio e del suo progetto sulla nostra vita, sulla storia, sull'ambiente, sugli uomini. Tale «sequela» è fatta di ascolto, di preghiera, di sacrificio, ed è presenza responsabile, incarnata nelle vicende del tempo ove solo si compie il cammino della santità, e di operosa attesa della venuta gloriosa del Signore.
Giorno per giorno rispondiamo all'appello di Cristo con un cammino di fedeltà che trasforma tutta l'esistenza in luogo d'incontro col Signore e con i fratelli, e in offerta a lui gradita.
Frutti di questa esistenza eucaristica quotidiana sono la fiducia, la libertà di spirito, l'impegno sereno a capire sempre più la realtà, il dialogo, la competenza nel lavoro, la gratuità, il perdono, la dedizione nei rapporti interpersonali, la verità verso se stessi. È questo modo di interpretare l'esistenza e di viverla che inserisce l'Eucaristia nella vita e trasforma la vita in permanente rendimento di grazie.