Eucarestia e Famiglia(Dialogo e Perdono)
Dialogo
Un altro momento importante della Messa è l’Ascolto della Parola di Dio.
L’uomo, come Dio, si rivela nella parola. Se io non dico quello che ho dentro il cuore... La
Parola di Dio narra la storia dei gesti d’amore di Dio.
Noi siamo capaci di comunicarci veramente? Quanta parte della vita passiamo a nasconderci
invece che a rivelarci? Cosa cerca la parola?
Lo scopo della parola è incontrarsi. Siamo fatti per la comunione, per l’incontro. Se uno
parla da solo è matto. La parola è fatta per la risposta, io parlo per avere risposta. Lo scambio
degli affetti passa in buona parte per la parola. Due persone sul punto di separarsi si sono
parlate: “Ma io ti ho sempre amato”, “Ma non me l’hai mai detto”. Perché tante cose noi
crediamo di dirle, ma non le diciamo. Siccome siamo convinti di agire bene, pensiamo che
l’altro se ne accorga. Siccome abbiamo - in fondo, ma molto in fondo - il desiderio di
comunicare, pensiamo di averlo fatto. Ma non è automaticamente detto. Bisogna essere
attenti a come comunichiamo e a cosa comunichiamo. L’amore passa per la
comunicazione. La comunicazione significa il tempo che do a te, il tempo che passo a
dialogare con te.
Perché ci facciamo rubare il tempo della parola, della comunicazione? Perché ce lo
facciamo portare via da tutto e da tutti? Televisione, cinema, sport, scuole di danza, mille
impegni e poi non abbiamo mai comunicato. Il tempo della parola significa darsi il tempo per
vivere qualcosa che è nostro. La parola crea. Qual è l’ultima volta che abbiamo creato un
vero dialogo in famiglia? Intendo dire qual è l’ultima volta che ci siamo seduti…. Quello è il
dialogo che edifica. La parola è un atto divino dentro la famiglia, non un atto umano.
Dialogare, comunicare è un atto divino. La religione si manifesta in buona parte in queste
cose: nell’accogliersi, perdonarsi, dialogare in casa. In chiesa abbiamo l’aspetto più divino di
questo ASCOLTO-DIALOGO, Cristo parla con noi, Dio dialoga con noi, ma questo dialogo
dovrebbe essere lo stesso dialogo che continua fuori dalla chiesa.
Il perdono è premessa e condizione indispensabile dell’amore che accompagna e sostiene in continuità la complessa, delicata e spesso faticosa esperienza coniugale
L’ascolto vicendevole è condizione indispensabile per un ‘vero dialogo di coppia’ che tutti ben sappiamo rappresenta il tallone d’Achille delle coppie.
L’offerta quotidiana della propria vita al coniuge, ai figli e al prossimo è condizione indispensabile per trasmettere l’amore e quindi per riceverne in contraccambio e in abbondanza da Dio che non si fa mai vincere in generosità.
La consacrazione, ricordandoci che con l’epiclesi, il pane e il vino diventano il Sacramento della Presenza del Signore ci suggerisce di ricorrere spesso, soprattutto nei momenti di prova e di dolore, alla reciproca invocazione dello Spirito Santo tra gli sposi per avere quella “forza dall’alto” promessa da Gesù
L’abbraccio di pace segno tangibile dell’amore vicendevole che nasce attorno all’altare dell’Eucaristia deve rinsaldare la comunione di vita degli sposi e alimentare la loro vita affettiva quotidiana.
La Comunione al Corpo e al Sangue di Cristo, domenicale o per chi può giornaliera, deve farci sperimentare, se ci crediamo e lo chiediamo, che Dio assume sempre la nostra fragilità e ci consente di essere a nostra volta “pane spezzato” per il prossimo.
Al termine della celebrazione Eucaristica ci viene ricordato che non è stata celebrata per trattenere il Dono ma per comunicarlo a tutti; per questo l’amore nel Matrimonio non è un bene privato ma un “bene comune” che, consacrato dallo Spirito, deve divenire Vangelo vivo tra gli uomini “perché la Parola del Signore corra” (cf Ts 3,1).