Amare è donarsi

L'Eucaristia è la ripresentazione del sacrificio del Calvario. Sulla croce, Gesù ha dato la vita per noi: "Nessuno ha amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici" (Giovanni 15,13). Il Figlio di Dio, "pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte, e alla morte di croce" (Filippesi 2, 6-8). Questo è l'amore! Chi, nel rapporto sponsale, ha paura di perdere se stesso, qualcosa della sua libertà; chi non è disposto a rinunciare per andare incontro all'altro, per diventare "una sola carne" come dice la Bibbia (cfr Genesi 2, 24), non gusterà mai la bellezza vera dell'amore. Continuerà a ritenere di poter fare tutto come prima del matrimonio - abitudini e preferenze - mentre deve tener conto che non è più solo. È nato un nuovo "noi". Penserà che l'amore è solo godimento e mai rinuncia, è solo prendere e non anche dare, è sempre gioia e mai sofferenza; è solo esaltazione emotiva e non scelta che resiste al movimento delle sensazioni e delle emozioni. A volte, anche in questo delicatissimo campo, sembra dominare il criterio dell'efficienza secondo il quale l'amore deve essere un'esperienza sempre facile, e che ogni prova o ferita siano insuccessi da cancellare al più presto. Ma l'Eucaristia insegna diversamente: ci ricorda che l'esperienza dell'amore è soprattutto dono di sé, anche quando ciò è costoso. E in questo non scompare l'amore; anzi, sta qui la prova della sua verità e della sua forza, il terreno privilegiato della sua crescita. Gesù si rivela Re del mondo quando dona la vita per il mondo che ama. Oltre che nel cuore del Padre, la sua gioia sta nell'offrire la sua vita perché l'uomo viva!