Noi crediamo fermamente che Gesù è risorto, ma nella cultura del nostro tempo la fede non è facile. Siamo abituati al discorso della scienza: si crede solo in quello che si vede e si tocca con mano, si sperimenta. Non è un atteggiamento del tutto negativo, l’uomo moderno ha bisogno di concretezza. Quante volte, parlando con persone serie che non hanno il dono della fede mi dicono: “La fede è illogica. Dio mi ha dato la capacità di ragionar e poi pretende da me che io non ragioni più ma creda ciecamente a quello che mi dice la Chiesa, anche senza capire”.
Il motivo che spiega questa falsa illogicità è semplice. Dio ci dà la capacità di ragionare delle cose umane che con la ragione e l’esperienza noi possiamo capire, dominare e cambiare, ma nel rapporto con Lui, Padre e Creatore di tutto e di tutti, conserva il mistero, ci nega per il momento la visione beatifica, per rendere meritoria la nostra fede. Se capissimo tutto non ci sarebbe più la fede. Noi siamo circondati dal mistero di Dio e dell’uomo stesso. Questo è il limite dell’intelligenza umana, arriva fino ad un certo punto, non di più.
Più si va avanti a scoprire chi è l‘uomo e più aumentano i misteri che non riusciamo a capire e spiegare. L’esistenza di Dio Creatore è dimostrabile anche attraverso il mistero dell’uomo. Le teorie evoluzioniste possono studiare e dimostrare tutto quel che vogliono, ma la scintilla della vita divina nell’uomo, che è l’intelligenza, la coscienza dell’io, è indiscutibile che non viene, non può venire da un’evoluzione della materia. Richiede l’intervento di Dio Creatore e Padre degli uomini. Infatti non esiste negli animali. Oggi chiediamo a Dio di rafforzare la nostra fede nella Risurrezione di Cristo e che questa fede diventi il motore e la gioia della nostra vita. Ci sono stati nel tempo tante occasioni che hanno fatto presente Gesù come nostro Redentore.