Amare è donarsi
In Cristo, Capo della Chiesa suo Corpo, tutti i
cristiani formano «la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la
nazione santa, il popolo che Dio si è acquistato perché
proclami le opere meravigliose di Lui» (1 Pt 2,9).
L’Eucaristia, come mistero da vivere, si offre a ciascuno
di noi nella condizione in cui egli si trova, facendo
diventare la sua situazione esistenziale luogo in cui
vivere quotidianamente la novità cristiana. Se il Sacrificio
eucaristico alimenta ed accresce in noi quanto ci è già
dato nel Battesimo per il quale tutti siamo chiamati alla
santità (218), allora questo deve emergere e mostrarsi
proprio nelle situazioni o stati di vita in cui ogni cristiano
si trova. Si diviene giorno per giorno culto gradito a Dio
vivendo la propria vita come vocazione. A partire dalla
convocazione liturgica, è lo stesso sacramento
dell’Eucaristia ad impegnarci nella realtà quotidiana
perché tutto sia fatto a gloria di Dio.
E poiché il mondo è «il campo» (Mt 13,38) in cui Dio
pone i suoi figli come buon seme, i cristiani laici, in forza
del Battesimo e della Cresima, e corroborati
dall’Eucaristia, sono chiamati a vivere la novità radicale
portata da Cristo proprio all’interno delle comuni
condizioni della vita.(219) Essi devono coltivare il
desiderio che l’Eucaristia incida sempre più
profondamente nella loro esistenza quotidiana,
portandoli ad essere testimoni riconoscibili nel proprio
ambiente di lavoro e nella società tutta.(220) Un
particolare incoraggiamento rivolgo alle famiglie, perché
traggano ispirazione e forza da questo Sacramento.
L’amore tra l’uomo e la donna, l’accoglienza della vita, il
compito educativo si rivelano quali ambiti privilegiati in
cui l’Eucaristia può mostrare la sua capacità di
trasformare e portare a pienezza di significato
l’esistenza.(221) I Pastori non manchino mai di
sostenere, educare ed incoraggiare i fedeli laici a vivere
pienamente la propria vocazione alla santità dentro quel
mondo che Dio ha tanto amato da dare il suo Figlio
perché ne diventasse la salvezza (cfr Gv 3,16).