La famiglia nell'unità dell'Eucarestia
L’Eucaristia: un sacramento che “nasce” in famiglia. L’Eucaristia è in un certo senso preannunciata e preparata, là dove ogni giorno tra le mura di una casa e nel vissuto dei cuori si condivide lo stile dell’Eucaristia fatto di accoglienza come squisita capacità di fare sentire sempre l’altro e gli altri a loro agio; di ascolto e dialogo nella condivisione della ricchezza racchiusa nel parlare e nelle parole di chi ci sta accanto; di offerta e di dono nel tempo che dedichiamo alle occupazioni e al lavoro per assicurare il necessario per vivere; di comunione che si esprime nella gioia di stare con chi occupa un posto importante nella nostra vita; di missione come capacità di promuovere, difendere e diffondere in una società sempre più distratta e a volte presuntuosa i veri valori della famiglia come luogo unico e naturale dove si vive a 360 gradi l’amore cristiano.
Per questo forse nessun sacramento come l’Eucaristia porta l’impronta della famiglia: si celebra intorno alla tavola e richiama uno dei momenti centrali della vita della famiglia: il pasto condiviso. Se ci pensiamo bene facciamo memoria dell’Eucaristia, e quindi della morte e resurrezione del Signore, ogni volta che ci sediamo a tavola insieme, che condividiamo, nei racconti che si intrecciano, le delusioni e le speranze, i successi e gli insuccessi dell’intera giornata, ogni volta che ogni componente diventa consapevole e grato per la grazia della presenza degli altri. E allora ecco che poi l’Eucaristia domenicale, che riunisce la famiglia dei cristiani, “preparata” in famiglia si completa e realizza pienamente, con la grazia e lo Spirito, attorno alla mensa dell’altare. Si capisce allora l’importanza fondamentale che la Chiesa attribuisce al compito formativo ed educativo dei genitori nei confronti dei loro figli, essi possono essere testimoni con una quotidianità vissuta con passione, partecipazione e amore accolto e donato, questa diventa la strada su cui un figlio può incontrare la presenza discreta e fedele di Dio.
Tutti i momenti della vita di un figlio, quello del risveglio e quello dell’addormentarsi, del pasto, del gioco e dello studio, possono trasformarsi in “tempi sacri” per entrare in rapporto con Dio, così come i diversi ambienti di casa possono diventare “spazi sacri” dove Dio si rivelerà nei momenti di intimità della famiglia, nelle parole e nei gesti che rendono manifesto ciò di cui la famiglia vive: il rispetto e la cura reciproci, la tenerezza, la condivisione. In famiglia il figlio deve poter fare esperienza concreta di ciò che gli verrà annunciato nella catechesi, altrimenti il messaggio cristiano rimarrà solo parola astratta, formula vuota che non troverà associazione e collegamento con la vita di ogni giorno. In particolare questo vale per la catechesi dei sacramenti, come appunto quella dell’Eucaristia.
Luca Zanchi