Famiglia, comunità di amore
Dall’amore nasce il matrimonio e dell’amore autentico e perenne vive.
Un matrimonio senza amore è un focolare senza fiamma, una sorgente senza acqua, una madia senza pane.
È per l’amore che il matrimonio diviene piccola comunità fra i due coniugi; e poi più grande, per la fecondità e l’ospitalità verso i fratelli.
Comunità di amore, perché nata dall’amore, perché vive l’amore e perché è capace, più di ogni altra, di educare all’amore.
Per i cristiani, che vivono l’esperienza del matrimonio, la presenza di Cristo, che si è fatto garanzia del loro amore attraverso la grazia del Sacramento, la realtà della comunità d’amore si fa più ricca.
Questa divina presenza è purificante, fortificante santificante ogni giorno, nella fede.
La grazia si attua però nelle cose reali e umili, che la natura dà e che l’impegno educativo di ognuno deve coltivare. L’amore vero resta sempre fatto di conoscenza reciproca, di stima, di comprensione, di rispetto, di perdono. È sempre uno sforzo di aprire se stessi nel servizio e nel dono all’altro, in ogni occasione, nell’impegno di crescere personalmente e di essere per l’altro occasione di maturazione personale.
L’amore è anche attesa fiduciosa e semplice dell’aiuto, che ci viene dall’altro, per conoscere e realizzare meglio noi stessi.
È una via d’andata e ritorno per un incontro quotidiano di disponibilità.
Per questo è necessario ogni giorno ripetere il "sì" del primo giorno, che aveva la novità della creazione, perché essa continui dando alle cose di tutti i giorni un volto ed un sapore nuovi.
Ogni mattina è indispensabile alzarsi con la disponibilità di cominciare da capo, di andare avanti, di crescere; senza sfiducia, senza rimpianto, senza incapacità di perdonare l’uno all’altro quel tanto di egoismo, che cammina sempre con noi.
La comunità di amore si costruisce nella comunità di pensieri, di desideri, di sforzi, di sacrifici, di gioie, di fede.
Ogni individuo ha un modo caratteristico di vivere l’esperienza dell’amore, come ha un suo stile di vita. Questa impronta di individualità, se è originale e rispettosa dell’autenticità dell’altro, è proprio ciò che rende possibile il più efficace incontro dei due amori nella comunità d’amore. Abbiamo infatti ricordato all’inizio che queste diversità profonde non sono per la separazione, ma per l’incontro, anzi, per l’unità.
Un amore unico, grande, vissuto in forma comunitaria da due persone, destinate dall’unione coniugale ad essere "due in una carne sola".
In questa misteriosa ed unica comunità di amore, che è il matrimonio, il coniuge diventa ogni giorno di più se stesso. Si diventa anche, ogni giorno, di più marito e moglie.
Poiché l’amore è fecondo, la comunità del matrimonio si allarga e si fa famiglia.
Nella fecondità fisica nasce la famiglia naturale: nella fecondità spirituale nasce la famiglia di adozione, la famiglia ospitale, la famiglia apostolica.
Fecondità fisica e fecondità spirituale sono momenti di un’unica fecondità, che è partecipazione di quella più misteriosa e infinita di Dio, anche se hanno realizzazioni e modi diversi.
È la missione più esaltante dell’uomo e della donna quella di essere collaboratori di Dio nella generazione di altre creature.
Costruttori di uomini e, nel mistero della grazia, primi collaboratori nella rigenerazione dei figli di Dio, ad immagine del primogenito, Gesù.
La famiglia è comunità d’amore, che educa all’amore. Dice il Concilio Vaticano II: "Tocca infatti ai genitori creare in seno alla famiglia quell’atmosfera vivificata dall’amore e dalla pietà verso Dio e verso gli uomini, che favorisce l’educazione completa dei figli, in senso personale e sociale. La famiglia è la prima scuola di virtù sociali, di cui hanno bisogno tutte le società" (GE, 3).
All’amore si educa solo creando una "atmosfera vivificata dall’amore"... In nessun altro modo!
Anche l’amore del matrimonio - sia pure vivificato dalla grazia del Sacramento - come ogni altra virtù umana, è fragile.
Scrive E. Giammancheri: "È fragile perché è esposto all’azione continua di fatti e di situazioni, che lo possono deteriorare, all’inizio senza quasi che la persona si accorga, in seguito fino a lasciar posto, in certi casi, all’odio.
Nessuno può mai presumere del proprio amore.
Anche l’amore, per quanto grande, può essere disperso e lasciare il posto alla miseria del cuore ed alla insofferenza per quella persona, un tempo tanto desiderata e idealizzata.
Ogni virtù ha le proprie tentazioni.
Le tentazioni dell’amore coniugale vengono innanzi tutto dalla stessa quotidiana convivenza coniugale. Dopo l’esaltazione del fidanzamento e dei primi tempi del matrimonio, la vita quotidiana si fa più ordinaria e monotona.
Ogni giorno succedono tante piccole cose, capaci di accrescere o di logorare anche i sentimenti più profondi.
È così che può avvenire una scoperta graduale di sé e dell’altro mai sospettata. Limiti e difetti, atteggiamenti ed usanze possono diventare ad un certo momento insopportabili. Può nascere allora, fra amore e matrimonio, una profonda tensione, che non è sempre facile superare.
Altre tentazioni possono venire dall’esterno: dall’ambiente di vita, da incontri con persone, dall’incitamento della società permissiva al disimpegno morale.
Anche certe disagiate condizioni di lavoro, di lontananza, di desolata povertà possono rendere difficile la fedeltà matrimoniale.
Come l’esistenza delle malattie fisiche rende attenti e solleciti per la salute del corpo, così la realtà sempre più evidente delle tentazioni dell’amore devono impegnare nell’educazione ad un amore sano duraturo".