L'Eucarestia cibo per vita nuova



Noi viviamo nell'anno liturgico i passaggi importanti della vita di Gesù. L'Avvento con il Natale, la Quaresima con la Pasqua. La nascita e la morte del Dio fatto uomo.

Siamo ancora nelle prime settimane dopo Pasqua e la liturgia della parola ci presenta gli Atti degli Apostoli. La testimonianza della Resurrezione di Gesù e la vita nuova di quel gruppo di discepoli che diedero fondamento alla costruzione della Chiesa.

Gesù che appariva ai discepoli e confermava la sua resurrezione, come primizia di tutti gli uomini. Un periodo esaltante di vita nuova e di ri-creazione, giacché tutto cambiava forma e prospettiva. La salvezza entrava nella vita ed era per tutti. Il grande dono della vita eterna.

La portata di questo dono non si capiva allora e non si capisce oggi. E' troppo grande.

E sempre negli Atti degli Apostoli, le letture di questi giorni, troviamo la narrazione di una vita nuova con l'esaltante e armoniosa gioia di un amore fraterno. Erano tutti come fratelli, un cuore solo ed un'anima sola. Vendevano i loro beni e li mettevano a disposizione della comunità. Non era mai successo. Tutto era diviso fra tutti: il bene di tutti era il loro impegno.

Se Gesù aveva dato la sua vita per loro, essi non potevano che rispondere con animo grato ed amorevole verso tutti. Una forza nuova si espandeva ed attraendo nuovi discepoli si estendeva.

Mangiare il corpo di Cristo, trasformava un momento naturale di alimentazione in una situazione soprannaturale. Un atto quotidiano diventava un atto sublime che alimentava lo spirito e l'esistenza di ognuno. Il Corpo di Cristo, fisico, e non simbolico, si faceva alimento quotidiano. Si mangiava.

Senza l'Eucaristia, intesa non in senso simbolico ma in senso fisico, non esisteva nessun

cristianesimo. Questo, allora. Ed oggi come viviamo questa esperienza?

Un grande errore in cui è facile incorrere, è quello di pensare a Gesù sempre come crocifisso e non considerarlo come presenza eucaristica. Abbandonarsi ad una permanente quaresima e vedere solo la croce con il suo peso. Meditare tanto sulla crocifissione, e sui peccati e poco sulla misericordia e la salvezza. Guardare a Gesù solo al passato e non considerare che Lui è sempre presente anche oggi, nell'Eucarestia, nella celebrazione della S. Messa, nell'adorazione eucaristica.

Oggi, ora. La crocifissione rimane la conclusione del sacrificio, come un passaggio transitorio, verso la resurrezione e la vita nuova che ci è stata donata. Accogliere il dono della salvezza, e riconoscerlo. Se non lo riconosciamo, continuiamo nell'errore. Vedere con gli occhi della fede e riconoscere la presenza viva in carne e divinità di Gesù nella santa Eucarestia. E' rimasto con noi, per continuare a nutrire i suoi discepoli.

Abbiamo fatto la scelta di essere cristiani, perché cristiani non si nasce. Il cristianesimo non si eredita dalla famiglia, ma si sceglie.

Perché si sceglie di avere un contatto continuo con il Signore, di incontrarlo ogni giorno non solo nella preghiera, ma alimentandosi del suo Corpo e Sangue. Si sceglie di ascoltare la sua Parola. Si sceglie di adorarlo. L'amore si fa vita nuova. E noi non siamo più isolati e divisi, ma siamo il Corpo Mistico della Chiesa, che si identifica con Cristo. Lo capiremo mai?

Raffaele Passarelli